Il museo civico archeologico di Cirò Marina ha sede in piazza Diaz all’interno dell’ex edificio Palazzo Porti. L’edificio dal 1996 è sede del “Punto Soprintendenza” del Ministero pei i beni e le attività culturali e per il turismo e dal 1998 è aperto al pubblico come museo. L’esposizione museale è organizzata su due piani e raccoglie sia materiale recuperato fin dai primi anni ’70 dal gruppo locale “Archeoclub” e sia reperti oggetto di scavi sistematici della soprintendenza archeologica. A piano terra sono esposti reperti provenienti dall’area del santuario dedicato ad Apollo Aleo e rinvenuto in località Punta Alice. Si sono create due macro sezioni: l’una dedicata agli elementi architettonici superstiti degli edifici, come i rivestimenti in terracotta dell’architrave del tempio arcaico, l’altra riservata agli oggetti connessi alle pratiche devozionali ma anche a quelli legati alla vita quotidiana del luogo di culto che dall’arcaismo arrivano fino al periodo ellenistico, come ex-voto e vasellame di uso comune. Oltre ai reperti citati la sala è arricchita da pannelli con immagini di confronto, ricostruzioni e testi esplicativi che si integrano con il percorso espositivo. In una vetrina dedicata sono esposti i calchi dell’acrolito raffigurante Apollo, opera pregevole, datata tra il 440 e il 420 a. C. rinvenuta da Paolo Orsi sepolta sotto le fondazioni del tempio ricostruito dai Brettii in epoca ellenistica. L’originale si conserva nel museo archeologico nazionale di Reggio Calabria. Al primo piano nel grande salone, trovano posto i reperti provenienti dal territorio dell’antica Krimisa esposti secondo un criterio cronologico e raggruppati per tipologie. Si parte dai reperti della preistoria e protostoria e si ammirano i rinvenimenti sino al periodo altomedievale (in allestimento), il tutto corredato da pannelli esplicativi ed immagini dei siti da cui provengono i reperti esposti.
Narra il mito che fu Filottete a fondare Krimisa. Egli è l’eroe greco che durante la guerra di Troia, a causa di una ferita maleodorante, fu abbandonato sull’isola di Lemno dai suoi compagni. Quando però i Greci si resero conto che le armi di Filottete, a lui donate da Eracle, erano fondamentali per il buon esito della guerra, Ulisse tornò a Lemno per farsele dare. Questo, in estrema sintesi, è l’episodio narrato dalle fonti antiche.